Treviso

Treviso è la porta senza fronzoli a Venezia . Ogni anno, i migliaia di turisti arrivano nell’aeroporto, ma Treviso non è solo questo.

Una città storica con un fascino tutto suo: piazze rinascimentali, palazzi, chiese riccamente affrescate, strade intrecciate con antichi corsi d’acqua.

Non è un’altra Venezia, ovviamente; Treviso non ha il Canal Grande o San Marco. Inoltre non ha folle che fanno clic sulla fotocamera, né trappole per turisti, né prezzi folli, né stress.

Il centro di Treviso è una piccola città cinta da mura, con porte medievali, strette stradine acciottolate di mattoni rossi e pietra rossa arcuata che si snodano e si trasformano come corsi d’acqua prosciugati.

Piccoli canali attraversano giardini delle dimensioni di un fazzoletto, scivolano sotto le case, appaiono agli angoli delle strade. Mulini a zampillo, alcuni con ruote idrauliche nere che un tempo avevano uno scopo commerciale, ora girano pigramente, giocando un ruolo puramente decorativo.

Dante descrisse Treviso come “il luogo in cui il Sile e il Cagnan vanno di pari passo”. Non una delle sue frasi più avvincenti, forse, ma osservate con precisione: i due fiumi si uniscono per circondare la città, le cui acque scorrono fianco a fianco. Sali sulla serena riva della Riviera Garibaldi e vedi i due corsi d’acqua non ancora mescolati: il Sile elegante e calmo, accanto al flusso più turbolento del Cagnan.

La città un tempo apparteneva a Venezia, e si vede. Il quartiere colonnato di Buranelli fu costruito per i pescatori di Burano. Lì vicino, spingendo gli eleganti palazzi, il mercato del pesce coperto occupa la sua piccola isola, fluttuando come una nave, riempiendo l’aria del mattino di aromi di frutti di mare e pandemonio.

Per quanto riguarda l’arte, la si può trovare in tutta la città. Sulle facciate di case affrescate, i loro colori un tempo brillanti si sono sbiaditi in una morbidezza gessosa. C’è un’Annunciazione di Tiziano nella cattedrale a sette cupole (e un ritratto attribuito a lui nel museo della città). Treviso è orgogliosa dei suoi legami con il seguace di Giotto, Tommaso da Modena, e il museo di Santa Caterina dedica una sala a volta al suo ciclo di affreschi della vita di Sant’Orsola.

Nella vicina chiesa di San Francesco, la figlia di Petrarca e il figlio di Dante dormono nei loro letti di pietra. Ci sono molte chiese da vedere, oltre a raffinati edifici e tele medievali di artisti del Rinascimento.

Treviso però va vissuta lentamente, con facilità. Goditi un momento tranquillo appoggiato a una balaustra, guardando le anatre che scivolano via. Noleggia una bici e una ciotola lungo la Restera, un sentiero lungo il fiume ombreggiato da alberi dove, la domenica mattina in primavera, gli abitanti locali si godono una passeggiata su ruote.

Ma Treviso ha anche una tradizione culinaria importante, con alcuni prodotti locali che sono dei veri gioielli gastronomici. Un esempio è il radicchio rosso di Treviso. Solo in questo angolo del Veneto nordorientale infatti viene coltivata questa varietà.

L’altra rivendicazione di Treviso della fama culinaria è il vino locale: il prosecco. Negli ultimi anni ha ottenuto lo status DOCG, impedendo che il nome venga utilizzato per i vini prodotti al di fuori dell’area protetta. Da Treviso a Valdobbiadene, la strada del prosecco è fiancheggiata da vigneti. I viticoltori desiderano attirare visitatori ed è difficile resistere alla chiamata per una degustazione.